Domenico Massenzio da Ronciglione – Opera omnia


La monumentale edizione critica degli Opera omnia di Domenico Massenzio da Ronciglione, compositore protobarocco di area romana, è stata curata da Claudio Dall’Albero e Mauro Bacherini e si sviluppa in sei pregevoli volumi rilegati nel formato cm. 25 x 32, con sovraccoperte riproducenti diversi particolari di un quadro dell’epoca. I primi due volumi contengono i cinque libri di mottetti; terzo, quarto e quinto volume, i salmi; il sesto la Compieta, i madrigali e le composizioni sparse, includendo alcuni nuovi ritrovamenti di opere finora sconosciute o considerate mutile.
«Mi piace rilevare che, proprio grazie alla grande attenzione per le finalità pratiche, la musica risulta di chiara interpretabilità, riducendo all’indispensabile la presenza di elementi grafici estranei alla consueta notazione moderna. Un apparato critico minuzioso ed esaustivo, presente in ogni volume, rende invece ineccepibile l’edizione da un punto di vista scientifico e filologico. Si tratta inoltre di un caso raro di Opera omnia di un musicista romano del secolo XVII, per cui l’operazione si presenta di grande interesse non solo per gli esecutori ma anche per gli studiosi di questo straordinario periodo storico. L’opera si sviluppa in sei volumi».
(Agostino Ziino, from the Preface)



Carlo Milanuzzi da Santa Natoglia. Musica sacra

«Gianni Rugginenti pubblica il complesso lavoro di uno studioso, Claudio Dall’Albero, di cui ci sorprende la perizia filologica. … Una perfezione d’apparato critico che è raro trovare in pubblicazioni straniere, si vale anche di collaborazioni di altri studiosi, Dinko Fabris e Pino Bartocci, Antonella Nigro, Marcello Candela, David Mitchell, Flavio Gatti, associati a Dall’Albero nell’impresa, alla quale non è iperbolico, un volta tanto, riconoscere eccellenza.».
(Quirino Principe, Il Sole 24 ore)

«Il volume è completato da una accurata nota biografica di Pino Bartocci e da un sintetico ma esaustivo compendio di Dall’Albero che illustra con rigore scientifico alcuni aspetti di storia della notazione e della prassi esecutiva della musica polifonica sacra dei primi anni del XVII secolo».
(Giovanni Tasso, Il Giornale della Musica)

«Si deve alla professionalità musicale e musicologica di Claudio Dall’Albero e al tenace lavoro di ricerca svolto con passione da Pino Bartocci, se oggi la figura di Carlo Milanuzzi e la sua musica possono uscire finalmente dall’ombra dell’oblìo e guadagnarsi un posto di tutto prestigio nell’attuale panorama di riscoperta della musica antica italiana In questo volume troviamo trascritte per la prima volta, dopo quasi quattro secoli, quattro delle 10 opere sacre stampate da Milanuzzi a partire dal 1619, quand’era da poco trasferito stabilmente a Venezia».
(Dinko Fabris, from the Preface)



Celebri arie antiche

«La corretta conoscenza della musica antica e la relativa prassi esecutiva, ormai diffuse tra professionisti e semplici appassionati anche a livelli non specialistici, hanno rese improponibili certe antologie vocali redatte cinquanta-cent’anni fa con criteri trascrittivi e interpretativi che - fatto salvo il buon gusto delle scelte - oscillavano tra l’arbitrio e la volenterosa approssimazione. Claudio Dall’Albero e Marcello Candela hanno ‘risciacquato’ tutti questi materiali nelle acque di una coscienziosità filologica non mai disgiunta da musicalità. Di ogni aria sono risaliti alla rispettiva fonte (facendo opera di collazione, ove tali fonti fossero plurime), riportando linee melodiche, strutture formali, ritmiche e armoniche, tonalità ecc. al loro assetto d’origine, trascrivendo correttamente testi musicali e poetici e informando la realizzazione del basso a criteri di correttezza storica e di semplicità. L’iniziativa colma una lacuna editoriale e didattica ed offre un utile strumento alla propedeutica della vocalità antica».
(Giovanni Carli Ballola, musicologo)

«La raccolta Celebri Arie Antiche revisionate da Claudio Dall’Albero e Marcello Candela è un libro preziosissimo, che raccomando sia agli studenti che ai professionisti del canto. Questo lavoro, così concepito, rappresenta infatti un’ottima palestra, non solo per sviluppare e mantenere la tecnica vocale e la musicalità, ma anche per affinare il buon gusto.
La nostra bella tradizione del canto affonda le sue radici proprio in questo repertorio; ritrovarlo nella sua forma originaria e pura sarà di sicuro giovamento a chi voglia accostarvisi».
(Franco Corelli, tenore)

«La realizzazione del basso continuo nel repertorio barocco, a mio giudizio, dovrebbe essere effettuata estemporaneamente, così come avveniva all’epoca. A parte alcune eccezioni, purtroppo oggi è difficile che ciò avvenga ad un livello alto, almeno in Italia.
In quest’ottica è pur vero che il lavoro di Dall’Albero e Candela si discosta volutamente dalla prassi esecutiva storica. Da un altro punto di vista diventa però un ottimo strumento per divulgare questo splendido repertorio riportato nella sua veste originale, nonché una valida occasione per suggerire la strada da seguire a chi volesse approfondire lo stile e la tecnica del continuo italiano del ’600, avvicinandosi alla pratica improvvisativa tipica dell’epoca».
(Alan Curtis, clavicembalista)

«La pubblicazione Celebri Arie Antiche interviene con precisione e autorevolezza a colmare una forte esigenza di rigore filologico, dando modo alle più note arie del Primo Barocco di riaffiorare nella loro veste più candida, frutto della somma e scrupolosissima attenzione rivolta dagli autori alla autenticità dei procedimenti d’armonizzazione del tempo ed un pianismo sempre sobrio, di carattere “cembalistico”, non toccato da quelli che saranno i successivi sviluppi.
Tutto ciò rende Celebri Arie Antiche un prodotto di altissima qualità e di saggio equilibrio e lo porta all’altezza di rappresentare senza limiti e ovunque il patrimonio musicale del nostro Primo Barocco».
(Ennio Morricone, compositore)

«I programmi dei conservatorî italiani prevedono - in molteplici situazioni - lo studio e l’esecuzione delle cosiddette ‘arie antiche’. Dai primi anni del Novecento ad oggi sono divenute celebri soprattutto quelle arie dei secc. xvii e xviii inserite in diverse antologie, realizzate però in una veste armonica non conforme ai parametri stilistici originarî.
Riconosciuto senza alcun dubbio il palese merito di Claudio Dall’Albero e Marcello Candela per aver portato a termine un lavoro di alta coerenza artistica e filologica, qualcuno potrebbe stimare superflua una nuova edizione di queste composizioni, soprattutto considerando le numerose ristampe esistenti di quelle versioni obsolete. Reputo al contrario importantissimo che gli Autori abbiano deciso di revisionare proprio queste musiche così famose: emendate dai segni ereditati da una superata tradizione ottocentesca, finalmente sono riapparse nel loro aspetto più autentico».
(Irma Ravinale, direttore del Conservatorio S. Cecilia di Roma)

«Ho apprezzato molto il lavoro “Celebri Arie Antiche”, soprattutto per il sapore originale restituito a questa musica. In particolare le scelte armoniche attuate, in quanto aderenti allo stile dell’epoca, ricreano un mondo sonoro profondamente affascinante, sospeso tra modalità e tonalità.
Consiglio lo studio e l’esecuzione di queste arie a compositori, cantanti e musicisti in genere, affinché possano approfondire la conoscenza del linguaggio barocco, acquisendo così una cultura musicale che si rivelerà utile anche nell’interpretazione della musica dei secoli successiv».
(Wolfgang Sawallisch, direttore d’orchestra)

«Alcuni di questi brani hanno trovato posto nelle raccolte di arie antiche, altre sono meno conosciute dai non specialisti. Ciò che caratterizza questa edizione rispetto ad altre è la cura e il rigore che sono stati prestati all’aspetto musicologico, cura e rigore che si concretizzano in una serie di saggi posti in premessa e che occupano una quarantina di pagine. Aggiunte a quelle dedicate alle arie vere e proprie formano un totale di notevole consistenza. Troviamo particolarmente apprezzabili la parte della premessa dedicata all’esecuzione degli abbellimenti e delle diminuzioni nella musica barocca, con esempi pratici applicati a un’aria di Falconieri, e il rigore filologico delle trascrizioni».
(Giovanni Gioanola, Suonare.it)

Arie antiche di buon gusto
«Felice iniziativa editoriale quella della casa editrice Rugginenti, che ha dato alle stampe, nell’attenta revisione di Claudio Dall’Albero e Marcello Candela, un’antologia di 31 tra le più note arie italiane che risuonarono nei palazzi come sulle tavole dei palcoscenici del primo barocco. Introdotto da un’interessante panoramica storica di Antonella Nigro su cantanti e tecniche vocali dal ‘500 ai giorni nostri istruttive, ma poco rispettose della privacy sotto l’aspetto iconografico le pagine dedicate agli infelici “evirati cantori”-, completata da una schematica esposizione dei criteri di realizzazione di quanto (abbellimenti e accompagnamenti) le edizioni originali si limitavano a suggerire, corredato da una vasta bibliografia sull’argomento e da un minuzioso elenco di fonti manoscritte e a stampa, il lavoro dei curatori è efficacemente presentato all’interno della copertina da una serie di firme autorevoli. Irma Ravinale, direttrice di Conservatorio, e un professionista come Franco Corelli ci ricordano come quest’operazione restituisca al buon gusto un repertorio mai del tutto dimenticato dalla prassi formativa dei cantanti, ma pervenutoci attraverso il filtro di parametri stilistici di epoche successive; musicisti dalle diverse competenze, Alan Curtis, Wolfgang Sawallisch ed Ennio Morricone plaudono al riavvicinamento di queste musiche alla pratica improvvisativa, a una caratteristica veste armonica sospesa tra modalità e tonalità, e alla funzione divulgativa di questa raccolta nei confronti di una fetta del nostro patrimonio musicale. Ma è forse con le parole di Giovanni Carli Ballola che possiamo spiegare sinteticamente il significato del lavoro di Candela e Dall’Albero, di cui il musicologo apprezza la «coscenziosità filologica non disgiunta da musicalità»: un modo per invitare studenti, professionisti e semplici appassionati (anche anglofoni, dato lo scrupoloso bilinguismo del volume) a verificare la teoria su questi pentagrammi senza però dimenticare di divertirsi».
(Sergio Bonino, Il Giornale della Musica)

Pentagramma
«Punto di partenza per l’allievo cantante, il repertorio delle arie antiche viene spesso mortificato da una pratica didattica distratta, ancorata a principi superati. Le arie cosiddette ‘facili’ circolano in edizioni realizzate molti anni fa, quando gli studi sulla prassi esecutiva antica non si erano ancora sviluppati e il gusto contemporaneo modificava pesantemente la scrittura originale. Restituire alle più note arie antiche italiane una veste filologicamente attendibile è l’intento del presente volume, curato da Claudio Dall’Albero e Marcello Candela. Dopo un lungo lavoro di collazione e di ricerca degli originali i curatori hanno realizzato un’antologia pregevole per diversi aspetti.
Elementi come alterazioni, appoggiature, dinamiche, armonie, sono stati trattati basandosi su criteri fondati sui trattati d’epoca: l’elaborazione armonica del basso continuo è indirizzata al clavicembalo e in secondo luogo all’organo positivo (non escludendo un uso pianistico per esigenze didattiche): è fornita un’ampia documentazione dei criteri di realizzazione prescelti, delle fonti di musica stampata e dei manoscritti. Uno spazio particolare è stato dedicato, inoltre, a considerazioni sulla tecnica del canto italiano dal secolo XVI a nostri giorni in cui l’autrice, Antonella Nigro, in modo documentato affronta le delicate questioni del vibrato, della funzione dei castrati, del mutamento dello stile vocale dal primo ottocento in poi.
Trentuno le arie comprese nella raccolta, tra cui le celeberrime Amarilli mia bella di Caccini, Vezzosette e care pupillette di Falconieri, Lamento d’Arianna di Monteverdi. Vi sono ampiamente rappresentati autori come Bononcini, Caccini, Caproli, Carissimi, Cavalli, Sestio, Legrenzi, Peri, Stradella, Tenaglia; ogni aria è stata fatta precedere dall’ ‘incipit’ nell’aspetto grafico dell’originale affinché l’esecutore possa rendersi conto dei criteri di trascrizione attuati. Particolare menzione va alla realizzazione editoriale del volume, pregevole per la cura dell’impaginazione, per la chiarezza della stampa musicale, per le scelte iconografiche. Nei risvolti di copertina (una splendida riproduzione del dipinto di Gerrit van Honthorst, Un Concerto) sono stati riportati i giudizi positivi di autorevoli personalità del mondo musicale (tra cui Giovanni Carli Ballola, Franco Corelli, Alan Curtis, Wolfgang Sawallisch) nei riguardi di un volume che merita di incontrare il favore di cantanti, docenti, studenti e studiosi».
(Carla Di Lena, Piano Time)

ARABISTICA

Ma che parlo arabo?!? (60 letture per imparare l’arabo o l’italiano)

«L’arabo, lingua difficile? Così si dice. Allora impariamola divertendoci. Questo è lo scopo di questo originale e simpatico manuale: di rendere digeribili le regole generali della grammatica, assieme a un lessico e a una fraseologia di largo uso, tramite una serie di gustose storielle che dipingono un sorriso sulla seriosa atmosfera che prevale durante le sedute di studio di questa variegata e talvolta ostica lingua.
Interessante la sequenza dei moduli di ciascuna lezione che vedono dapprima il testo arabo della storiella, seguito immediatamente dalla traduzione italiana. Di buona utilità pratica la parte fraseologica che segue, assieme all’esaustivo glossario relativo al testo della storiella, valido ausilio alle prove di traduzione del giovane arabista.
Molto bello e artisticamente efficace il pregevole lavoro grafico di Antonella Nigro, che vivacizza l’opera coi suoi forti colori e l’estrosa creatività manifestata. Una sezione specialistica a parte è costituita dai tre saggi iniziali, riguardanti discipline dierenti: fonetica, prosodia e sociologia.
Integrano l’opera delle liste di verbi suddivisi saggiamente per categorie. Altre liste di avverbi, preposizioni e congiunzioni vengono a completamento di un lavoro meritorio d’attenzione e per cui vien da sé l’auspicio di una sua diffusione tra le matricole dell’arabistica che ne trarranno indubbio beneficio nella loro strada d’apprendimento della lingua del dad».
(Eros Baldissera, dalla Prefazione)

«Un omaggio a una cultura ricca di umorismo – un aspetto totalmente ignorato dai media occidentali, interessati solo a raccontare guerra, drammi e tragedie. In questo volume coloratissimo il lettore che vuole approfondire la propria conoscenza dell’arabo trova 60 letture divertenti su cui esercitarsi. Vere e proprie barzellette proposte in versione bilingue ma con un apparato molto esaustivo di grammatica e lingua. Non solo parole e verbi, ma anche frasi utili per la vita quotidiana.
E la pronuncia? Ah, quella la fa da padrona in tutta la prima parte del libro. Che affronta le difficoltà della pronuncia araba da un punto di vista professionale, approfondito e innovativo, legando l’articolazione dei suoni caratteristici dell’arabo e la “fonetica articolatoria” che insegna la dizione corretta ai cantanti: sia nel canto occidentale, lirico e corale, sia in quello della musica tradizionale araba».
(Angela Codacci Pisanelli, L’Espresso)

«Studiare Arabo non è certo uno scherzo, o… una barzelletta. Eppure, questo nuovo testo, propone l’apprendimento della lingua araba attraverso le barzellette. Gli autori, Claudio Dall’Albero e Maher Victor Karam, propongono un percorso inedito che, dopo dei veri e propri saggi sulla fonologia dell’Arabo, l’umorismo arabo e la musicologia, offre decine di storielle divertenti e barzellette vere e proprie a chi, già con una base nozionistica e lessicale, intende proseguire nello studio della lingua del dâd.
Ogni barzelletta, oltre che tradotta, viene approfondita a partire dal relativo lessico, che si ritrova in un apposito elenco consuntivo con tutte le occorrenze nel testo. Un’idea, quella dei due autori, che non mancherà d’interessare anche gli arabisti già affermati.
Il libro, con copertina rigida, tutto a colori e riccamente illustrato, è edito dalle Edizioni Mediterranee di Roma ed ha un prezzo di copertina di 48 euro, il che può sembrare troppo, ma, considerati tutti i suoi pregi e l’indubbia competenza degli autori, possiamo affermare che li vale tutti».
(Corsiarabo.com)